Una Storia – Sette Anni

Sette anniversari.

Sette anni di mancanze.

Sette vite diverse, come i gatti.

Sette anni di degenza.

Sette stati d’animo.

Sette anni di pazienza.

Sette desideri o forse più.

Sette anni di domande.

Sette modi diversi di amarti.

Sette anni di crescita.

Proprio l’altro giorno, lo stesso di sette anni fa, un finto scienziato in una di quelle serie tv che non hai mai voluto vedere mi ha fatto sorridere:

[…]Ora lo sai, la conoscenza si acquisisce più in fretta della saggezza.

La casualità, quella falsa signora che domina i nostri giorni.

L’autunno dei Viandanti

Giorni, settimane, mesi, la dipartita della mia ispirazione.

Poi, come una marea oceanica, è tornata. Senza un motivo, la mia regina del no sense.

Ho avuto voglia di scrivere molto in questi ultimi giorni, di scrivere di tutto, di scrivere per tutti, un pensiero ciascuno. Non per me, no.

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Leggerezze #7

Pensavo a cosa ci sta succedendo, pensavo al mondo com’era prima e cercavo di ricordarlo, di ricordare le sensazioni, le leggerezze, le abitudini. Sono passati quasi due anni e siamo ancora qui, nella nostra nuova normalità, quella che ci permette di sentirci meno a rischio estinzione, quella normalità scatenata dal nostro sorprendente spirito di adattamento che anche questa volta avvalora la più gelida teoria Darwiniana.

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C’eravamo Noi

Proprio così, c’eravamo noi, un’insieme di persone che si volevano un po’ di bene e di altre che si amavano ma non troppo, un’insieme di persone che formavano una micro società civile e mantenevano dei rapporti periferici ma costanti, apparentemente superflui.

E poi cosa è successo? Poi è arrivato quel brutto male che conosciamo tutti e allora ci siamo rintanai dentro le nostre case per mesi e mesi, tra i brevi intervalli di normalità e gli ormai digeriti coprifuoco, abbiamo trascorso l’ultimo anno e mezzo delle nostre vite. Gli amici e gli amori sono santi per noi, per carità, e allora abbiamo iniziato a videochiamarci e a condividere fra di noi di tutto e di più, dalle fettuccine alle nuotate con le mascherine.

E tutto quel mondo periferico, quella micro società civile piacevole e poco interessante dov’è finita? Dove siamo finiti? Si è estinta, morta e sepolta da un meteorite chiamato covid, vittima sacrificale della nostra frustrazione degna del migliore dei prigionieri.

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Il frastuono delle scie

C’è qualcosa di strano nell’aria la domenica sera, è da tanto che osservo, che mi ascolto. Ora ne sono certo.

Più è stato bello e più l’aria della domenica sera assume un atmosfera particolare, da un lato è ancora carica per l’eccitazione delle ore passate, dall’altro è intrisa di malinconia.

La malinconia, una monotonia in queste righe.

Completamente sconnessa dai trascorsi recenti, una sensazione di tristezza si insedia in ogni respiro carico di belle sensazioni lasciate da questo week end, da quello prima e da quello prima ancora.

Come a ricordarti che è finito, che domani è lunedì, che questi due giorni di bellezza non saranno niente fra qualche anno, la malinconia tintinna lentamente i tuoi pensieri fino a palesarsi in immagini nitide, chiare, tristi.

Forse è solo che manca qualcosa, qualcuno.

Chi mi tormenta? Chi viene a scuotere i miei respiri la domenica sera? In fondo vorrei solo spalancare il petto e abbracciare tutta l’aria intorno a me.

Forse, qui dentro, c’è un pezzetto di cuore che annaspa in balia delle onde.

A mezzanotte scoprirai che ore sono

“Devi capire che quello che cerchi non esiste.

Tu non hai bisogno di niente, tu hai già tutto.”

Parole che rimbombano dentro uno spazio confuso, un residuo di vuoto nascosto in qualche angolo dentro di me. Passano minuti, ore, mentre cerco di dare un senso a quelle frasi pur sapendo che il senso è proprio lì davanti ai miei occhi.

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Leggerezze #6

Se sapesse quanto ho scritto di te
Mi farebbe un contratto il mio editore

Bloccato nel mio passato
Inizio a smaltirlo
Solo quando penso di essermene liberato
Impunito
Condiziona tutte le mie giornate
Diserbante della mia mente
Impunito
Si attacca alla vita
Rendendola sterile.


Matteo di notte stringe i denti
Li stringe per tutto l’amore che ha

Matteo di notte stringe i denti
Ha paura dei suoi sogni
Dei segreti che non riescono più a custodire.

Ho sognato che la vita andava avanti
Per tutti, non per me.

Ho sognato un mondo senza elettricità
Solo un ascensore funzionava.
Saliva,
E scendeva.

Dentro ai fili d’erba
Ho intravisto il mio destino
Tornerà a trovarmi
Come quando ero bambino


Una manciata di ore
Forse giorni
Tutti i punti di vista sono cambiati
Ancora una volta
Ci risiamo.
Fottuto dalla leggerezza più dolce che abbia mai incontrato.

“Oggi no.”
Lo leggo inebetito sulla mia tazza piena di bancha.
E allora oggi no.
Oggi voglio rimanere su queste sensazioni,
Oggi voglio cambiare le priorità.
Oggi le voglio qui.


Oggi ci provo.



Ma queste si sa, sono leggerezze.

Una Storia – Quattro Anni

Casa al mare, tramonto. Un birra rimediata nel frigo, una bella canzone, una sigaretta.

Un aquilone vola sul mare davanti a me, danza animato dalle mani felici di qualche bambino, probabilmente un padre lo sta guardando con quegli occhi unici che i padri hanno quando vedono il loro bimbo sorridere.

Guardateli, cercate lo sguardo di un papà che guarda suo figlio mentre corre scomposto le prime volte, mentre sorride, guardate negli occhi quell’esemplare di maschio adulto, vedrete l’amore. Continua a leggere “Una Storia – Quattro Anni”

Una Storia – L’ultima volta del mondo

9 Luglio 2020

Questo periodo c’è chi ha la sciatalgia, chi non dorme e chi ha mal di testa un giorno si e due no, questo periodo qui da qualche anno ormai. E tutto per colpa tua…lo sai? Hai combinato un bel casino lasciandoci qui quella notte.

“Oggi sono 4 anni che ha messo piede a lavoro per l’ultima volta.”

Il fulmine mattutino arriva secco e diretto, nascondo un certo shock, siamo nell’ufficio dove lavoravo in quel tempo e io sono sull’uscio, esattamente dove due settimane dopo quel 9 luglio annunciai la triste notizia. Buffo il caso.

Sapete cosa trovo assurdo?

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